Dedicazione e Storia
Dedicazione e Storia
La chiesa come abbiamo già visto, è dedicata a Santa Maria Assunta i cui festeggiamenti si celebrano il 15 agosto. Rimane poco dell’antica festa religiosa e della sagra relativa. In questa giornata la Madonna viene onorata con la competizione remiera del “Palio delle Contrade” e alla contrada vincente viene assegnato il palio, cioè la statua in legno di Maria Assunta. La chiesa è chiamata anche “Pieve di Santa Maria Maggiore” e nel passato era così importante che veniva nominata “Santa Maria de Garda”. Per la devozione mariana, molti momenti erano significativi (in parte anche oggi) come il 2 febbraio, festa della Candelora, il mese di maggio durante il quale si recita il rosario nella parrocchiale o davanti ai capitelli in vari luoghi del paese; concludendo il 31 del mese con una processione.
L’importanza della Madonna per Garda è pure testimoniata dalla statua che i gardesani alla fine della Seconda Guerra Mondiale posero sul colle alle spalle della chiesa: la cosiddetta “Madonna del Pign”, dal grande cipresso che svetta accanto a lei.
Risale al XII secolo (1154) il più antico documento scritto che attesta la chiesa di Garda come pieve. Ma come più volte hanno sottolineato alcuni studiosi, l’origine della pieve viene fatta risalire ad epoche ben più antiche. Infatti, nell’Alto Medioevo, tutte le chiese cristiane, soprattutto nell’Italia settentrionale si chiamavano plebs (cioè pieve, ovvero il luogo di raduno del popolo dei fedeli), inoltre, la storia della parrocchia rurale è anche la storia del popolo rurale, dato che dove si stabilisce il popolo ivi si fonda una chiesa. Il sacerdote segue il popolo così nelle armi come nelle opere di pace e nelle sedi di lavoro. Perciò è evidente che la storia della chiesa va di pari passo con la storia della comunità di Garda che nell’Alto Medioevo, poteva contare al massimo 200/300 anime. Poiché per tutto l’Alto Medioevo, almeno fino all’anno Mille, Garda coincide con la sua Rocca, ovvero con il suo castello posto sulla cima del colle, è evidente che originariamente la chiesa era collocata su questa altura. È probabile che in periodo di tranquillità e pace (fra l’ VIII e il IX secolo) la chiesa di Garda sia “scivolata” a valle proprio nell’attuale borgo.
L’importanza della pieve di Garda va strettamente connessa con il ruolo politico e militare del castello; non bisogna, infatti, dimenticare che la Rocca di Garda ha dato il nome a tutto il lago. Non è quindi un caso se presso la chiesa di santa Maria (detta anche tullensis) esisteva una “scuola di sacerdoti”, ovvero un collegio di chierici simile a un seminario, i cui componenti erano chiamati fratres (fratelli). Tale collegiata si affaccia ancora oggi sul chiostro. Quando Garda ed il suo “feudo”, alla fine del XII secolo, (1193) vennero ceduti al comune di Verona, la pieve gardesana ne conservò, in parte, ruoli e funzioni. La sua giurisdizione si estendeva su un territorio assai vasto comprendente Torri, Pai, Albisano, Marciaga, San Zeno di Montagna, Castion, San Verolo, Pesina (divisa a metà con la pieve di Caprino), Costermano, Albarè, e Bardolino (divisa a metà con la pieve di Cisano), con diritti vantati fino alla fine del XIX secolo. L’arcipresbitero di Garda, alla fine del XII secolo, ricopriva un ruolo così importante da venir chiamato anche a dirimere questioni giuridiche, ovvero funzioni normalmente attribuite al conte di Garda o a quello di Verona. È con la bolla Pastoralis Curae di papa Adriano VI del 13 aprile 1522, che la pieve con le sue rendite viene data in commenda all’ospedale Maggiore di Brescia. Commenda deriva dal verbo “commendare” che significa dare in custodia, affidare. Il beneficio non era obbligato ad una presenza, ma solo a riscuotere le rendite che ammontavano a 800 ducati d’oro. E così, per oltre quattro secoli, la ricca pieve di Garda ha contribuito in modo sostanzioso alle opere di carità della città di Brescia.
È questo, forse, uno dei motivi per cui la chiesa parrocchiale di Santa Maria Assunta risulta oggi, tutto sommato, povera, ovvero depauperata perfino del suo enorme archivio che è consultabile presso l’Archivio di Stato di Brescia (di grande effetto le cartografie realizzate alla fine del 1700).
Bisogna arrivare al 10 agosto 1962 per ottenere la rinuncia da parte dell’ospedale , dopo cinque anni di insistenze, discussioni e dibattiti con i dirigenti dell’ospedale, così, grazie all’iniziativa dell’arciprete Monsignor Antonio Bagnara, si arriva alla rinuncia. Questo parroco, recentemente scomparso, può quindi essere definito, a buon diritto, l’ultimo “pievano” di Garda.